Recensioni
Animals n. 4

di Marco Garaffo

Animal's n. 4
Settembre 2009
Periodicità: Mensile
Spillato, 95 Pagine a colori

Sensazione complessiva:
Una di quelle domeniche che ti senti pigro, non metti il naso fuori casa e lo nascondi invece tra le pagine di un fumetto. Io sono uno di quelli della vecchia guardia, che un po' disgustato da quei nerds che, volendosi dare importanza, hanno coniato il terrificante termine di "letteratura disegnata", origine di tutto il male dei fumetti degli ultimi 10 anni o giù di lì, voglio dirvi adesso che il mio naso l'ho infilato tra le pagine di un "giornalino" (si si si... Voglio tornare alle origini).
Tutti i miei pregiudizi intellettuali mi portavano a diffidare di quetsa nuova pubblicazione di Conglio Editore. Mi chiedevo se una rivista antologica oggi non potesse essere di più di un pallido scimmiottamento delle grandi del passato e, con mia somma gioia, mi sbagliavo.
Davide Toffolo:
Partiamo dalla vera ragione per cui ho comprato i numeri 1, 3 e 4 ed ho saltato il 2. "Come Rubare un Magnus" di "El Tofo". Era stato annunciato anni fa dal suo illustre autore e, dopo essere stato colpito in modo esemplare dal "Re Bianco" letto, per puro caso, al ritorno da una settimana a Barcellona, di questo fumetto non sapevo cosa aspettarmi. Ma capirete che per uno che ha pubblicato il secondo sito dedicato a Magnus della rete (volevo fosse il primo, credetemi, ma "Walhalla" mi ha battuto in corsa), questa storia di "El Tofo" era proprio imperdibile. Troppo presto per dare un giudizioo complessivo, se ne sono lette ancora una manciata di pagine, ma l'incipit non tradisce la fama dell'Autore che ho sempre seguito con grande interesse ed un pizzico di invidia per l'indubbio talento nel concepire storie. L'idea di basare il tutto su sensazioni per lo più oniriche nate sul lettino di un fisioterapista cieco e curioso è, lo dobbiamo ammettere, geniale. ma Toffolo ci ha abituato a trovate geniali. Il rischio per lui adesso è deludere con il procedere in profondità nella storia. Confido che ciò non accadrà. Vediamo come va a finire.
Paolo Bacilieri:
In una recensione deve esserci qualche giudizio negativo, altrimenti sorgono sospetti... Temo che tocchi a Bacilieri. "Marya Hoia Hutta" ha la pretesa di essere una storia veramente underground, se per fumetto underground intendiamo "storie di cui non si capisce niente". Ci vuole uno strano talento per rendere illegibile una composizione della tavola che parte da uno schema canonico 3 vignette per cinque. Bacilieri ci è riuscito. La sequenza delle vignette confonde e il tentativo di rendere efficaci due narrazioni parallele rischia solo di generare confusione nella testa del lettore, che a volte si sorprende a tornare indietro a rileggere la vignetta precedente per capire se ha seguito l'ordine giusto. Se con il soggetto voleva mettere in campo una qualche metafora sulla natura umana, sulla mancanza di comunicazione, su rapporti interpersonali o sulla morte di un cane io non l'ho capito. Forse Bacilieri può spiegarcelo, ma di certo non ha centrato l'obiettivo di rendere la storia comprensibile al lettore.
Gipi:
Può divertire o addirittura colpire una storia sulla merda? Evidentemente si. Questa scelta di Gipi di raccontare episodi di vita vissuta buttate giù quasi per gioco è vincente ed efficace. Funziona e le storie sono godibili e scivolano via come l'acqua. Il fatto che siano disegnate con superficialità è una balla, ma gliela perdoniamo visto il risultato. Efficace, ben scritta, divertente e scorrevole. Che altro si può desiderare da un fumetto?
Emile Bravo:
"Young America", la storia di Bravo presentata in questo numero, è un esercizio di stile in verità, più che una storia a fumetti. Anche perchè. per come è strutturata, sono due storie a fumetti. Varrebbe la pena di farla studiare a Scuola di Fumetto agli aspiranti disegnatori per mostrare un fulgido esempio di come l'espressività delle immagini, le inquadrature e la composizione della tavola possono cambiare totalmente significato in base al testo cui fanno riferimento. Ma la cosa più intrigante è che mostrando due storie con la medesima sequenza viene trasmessa chiara al lettore la sensazione che con quella stessa sequenza se ne possono raccontare forse anche altre tre o quattro. O magari di più. Un modo esemplare per mostrare che i fumetti non hanno limiti.
Makkox:
Questa è senza dubbio la storia migliore di questo numero. Mi piace lo ssstile del disegno (anche in questo caso falsamente approssimativo), l'effetto dei colori, la scelta del lettering e la potenza del testo. Come far ridere con stile e mostrando capacità tecniche che solo un signor fumettista sa mettere in campo. Non dico di più, questa storia è da leggere!